B e n v e n u t o

BENVENUTO.

Con questo blog intendo offrire un nuovo “servizio” agli scout, della nostra e di altre Comunità, che avranno la possibilità di leggere direttamente le notizie utili in esso contenute e di formulare domande o chiedere consigli allo specialista. (Falco cerusico)


Introduzione

I N T R O D U Z I O N E

Intro

Baden Powell in Scautismo per Ragazzi definisce quelli che considera i 4 aspetti fondamentali nella formazione dello scout ed accanto alla “Formazione del carattere” alla “Abilità manuale” ed al “Servizio” indica nella “Salute e forza fisica” uno degli aspetti principali. 100 anni fa, in un’epoca nella quale sicuramente c’erano condizioni di vita più salutari di oggi, B.P. aveva già intuito l’importanza di una corretta alimentazione, di una respirazione priva di scorie e veleni, di una corretta e costante attività fisica. Cominciamo pertanto a parlare di quali sono, o meglio quali dovrebbero essere, i principi ispiratori di una vita più sana.

Salute e forza fisica Leggiamo nelle Linee Guida per gli A.S. della Regione Abruzzo: Il sangue si arricchisce mediante un nutrimento semplice e buono, molti esercizi e molta aria pura, pulizia del corpo, tanto dentro che fuori e riposo razionale del corpo e della mente (BP: Scautismo per ragazzi). Mantenersi in forma per essere preparati: La forma fisica e la salute dipendono in parte dalle caratteristiche genetiche di una persona, ma molto di più dal fatto di condurre una vita che ne favorisca il mantenimento. Un adulto che vuole essere di aiuto agli altri deve avere una vita sana e una forma fisica efficiente.

Poiché compito essenziale di un organismo vivente complesso, come il nostro, è quello di trasformare l’energia, possiamo dire che per vivere bene e a lungo dovremmo … trasformare nel migliore dei modi l’energia, ossia: introdurre la migliore fonte energetica possibile (combustibile = alimentazione), respirare l’aria più pulita (comburente = ossigeno), avere un buon sistema di trasporto dell’energia (sistema cardiocircolatorio efficiente) La corretta alimentazione: una alimentazione sana e controllata è certamente condizione indispensabile per mantenersi in forma e per conservare la salute.

Esistono infinite diete proposte in libri o programmi televisivi, ma ciò che è importante è avere un criterio semplice, concreto, che ci faccia saper scegliere nell’immediato e per sempre ciò che può essere utile o dannoso nella nostra dieta. Bisogna in altre parole non avere una dieta fatta di numeri e divieti, che seguiremo inevitabilmente solo per un periodo limitato, ma comprendere quali sono i principi essenziali di una corretta alimentazione, in modo da poterli poi mettere in pratica per tutta la vita.

Per capire quali possono essere questi principi basilari, basta pensare che il nostro organismo si è evoluto ed è vissuto per milioni di anni con un certo tipo di dieta; poi, quasi di colpo, solo poche centinaia di anni fa, l’essere umano ha stravolto il suo modo di mangiare incominciando ad introdurre alimenti che … non era in grado di assimilare e come tali rimanevano dannosamente nel corpo.

Per capire questo concetto bisogna ricordare che l’evoluzione è quel complesso processo per il quale gli organismi viventi hanno nel tempo modificato le loro strutture in modo da adattarsi all’ambiente. In questo processo si sono differenziati organismi solo erbivori ed altri solo carnivori; altri ancora, come noi umani, ad alimentazione mista; ma così come sarebbe impensabile alimentare un leone solo con erba ed una pecora solo con carne (perché nessuno dei due possiede gli enzimi idonei per digerire ciò che per millenni non ha mai mangiato), anche noi abbiamo difficoltà a metabolizzare alimenti e sostanze che abbiamo introdotto nella dieta solo da pochi secoli.

Pertanto per sapere con certezza ciò che ci fa bene e ciò che è per noi dannoso, basta ripensare a cosa abbiamo mangiato … per quei milioni di anni. Per questo gli animali selvatici e gli stessi umani che vivono ancora in modo cosiddetto primitivo non conoscono le malattie che oggi sono le principali cause di morte per noi umani … civili: diabete, ipertensione, infarto, ictus, e così via.

Questa lunga premessa oltre che per il piacere e l’invito a tornare ogni tanto a risfogliare le nostre Linee Guida, per anticipare il motivo della nostra chiacchierata: l’influenza della dieta nelle malattie dell’epoca moderna. Le principali malattie (o se vogliamo più brutalmente … cause di morte) per l’uomo cosiddetto “civile” sono: Malattie cardiovascolari (infarto cardiaco ed angina, ictus cerebri, etc) Ipertensione Arteriosa Diabete Tumori Broncopneumopatie Incidenti (la prima causa di morte nel giovane) Orbene, direttamente o indirettamente, tutte queste patologie dipendono, o sono comunque conseguenti, ad errori nella dieta e nelle abitudini di vita. Ed in particolare le prime tre, che sono considerate vere malattie sociali, sono una diretta conseguenza di tre grossi errori nella dieta che abbiamo cominciato a compiere negli ultimi anni.

Ricordo che i componenti basilari della nostra dieta sono 3: Carboidrati, Proteine e Lipidi + Vitamine e Sali Minerali. Rispetto a ciò che abbiamo mangiato per migliaia di anni (e che come detto ha condizionato la nostra evoluzione) abbiamo fortemente alterato l’assunzione (per qualità e quantità) soprattutto di Lipidi, Sale (NaCl) e Carboidrati. E più precisamente: Le malattie cardiovascolari sono la diretta conseguenza di una assunzione eccessiva di grassi (Lipidi) di derivazione animale L’Ipertensione di una eccessiva assunzione di Sale da cucina Il Diabete di una alterazione nella qualità e quantità di Zuccheri (Carboidrati) “raffinati” Per questo possiamo affermare che Siamo quello che mangiamo nel senso che la nostra salute, il nostro benessere dipendono da una corretta alimentazione.

Verrebbe da dire allora che potrebbe essere sufficiente affidarsi ad una delle tante diete che troviamo nelle riviste specializzate, o seguire le innumerevoli trasmissioni televisive dedicate all’argomento, o andare da un dietologo o da un “alimentarista”. Purtroppo non è così semplice perché bisogna in realtà modificare cosa si intende per “dieta”, ovvero sostituire alla Ideologia della dieta, categoria prescrittiva associata a tristezza e privazione, quella della modifica delle abitudini alimentari nell’ambito di uno stile di vita teso alla ricerca dello star bene. E questo senza rinunciare ai piaceri della tavola e del buon gusto, e, di conseguenza, senza perdere quel buon umore che è alla base anche della stessa filosofia scout.

venerdì 7 gennaio 2011

D i a b e t e

Il Diabete è la più comune tra le malattie della nostra epoca e capire cosa sia, prevenirlo e curarlo è fondamentale per la salute. Cerchiamo dunque di far luce su questo argomento, partendo dal processo con cui il nostro organismo trasforma in energia le sostanze che sono indispensabili alla sua sopravvivenza.
                Durante la digestione la maggior parte degli alimenti che mangiamo si converte in uno zucchero chiamato glucosio. Il glucosio ha un elevato valore energetico. A livello dell’intestino questo zucchero è assorbito dal sangue e trasportato in tutto il corpo che lo usa per produrre energia.
                I valori normali di glucosio nel sangue (glicemia) a digiuno oscillano da 60 a 140 mg al dl. Dopo pranzo la glicemia cresce ma in genere non supera i 200 mg/dl. La rapidità con cui la glicemia aumenta dipende da vari fattori: dalla velocità con cui il cibo è digerito nello stomaco e assimilato nell’intestino, dal tipo di alimento e dai suoi componenti, dalla qualità delle fibre e da altri cibi ancora presenti nell’intestino durante la digestione. Questo processo determina il cosiddetto Indice Glicemico (IG) degli alimenti.
                I livelli di glicemia sono regolati da due ormoni prodotti dal pancreas: l’insulina, che abbassa il tasso di zucchero nel sangue e favorisce la trasformazione del glucosio in energia, e il glucagone, che invece lo alza. Nei diabetici la glicemia aumenta perché il pancreas non produce sufficiente insulina, oppure perché il fisico non usa l’insulina in maniera corretta. Il diabete quindi è una malattia metabolica cronica a causa della quale l’organismo non riesce a trasformare gli zuccheri e gli amidi in energia.
Nel diabete, anche chiamato “malattia dello zucchero”, il tasso di glucosio nel sangue può aumentare a tal punto di essere espulso con l’urina. Questo fenomeno ha dato il nome alla malattia: diabete mellito, ovvero “flusso dolce come il miele”. Col tempo l’iperglicemia può essere responsabile o concausa di importanti complicazioni mediche quali cecità, malattie cardiovascolari, disturbi della deambulazione, insufficienza renale. E’ importante essere informati perché, pur essendo il diabete una malattia cronica, è possibile combatterne gli effetti con un corretto stile di vita, una adeguata alimentazione e, se necessario, con una giusta terapia farmacologica.
Vi sono due tipi fondamentali di Diabete: quello primitivo (nel quale non ci sono malattie associate e nell’ambito del quale si distingue il tipo 1, conosciuto anche come diabete giovanile o insulino-dipendente, ed il tipo 2, noto anche come diabete senile o non insulino-dipendente) e quello secondario (ovvero dipendente da malattie del pancreas, da alterazioni ormonali o da farmaci assunti cronicamente come il cortisone).
I sintomi del diabete sono variabili: voglia di urinare spesso (poliuria), sete (polidipsia) e fame (polifagia), stanchezza e spossatezza, prurito e crampi muscolari, disturbi visivi, difficoltà di cicatrizzazione delle ferite, alterazioni cutanee, perdita o, più spesso, aumento di peso. In rari casi la prima manifestazione può essere uno scompenso metabolico acuto con coma diabetico, caratterizzato da stanchezza acuta, nausea, vomito, eccesso di urina, dolori addominali, e, se non trattato, perdita di coscienza.
Il trattamento del diabete prevede:
Ø  Alimentazione
Ø  Attività fisica
Ø  Terapia farmacologica
Ø  Prevenzione delle complicanze
Lo scopo della terapia è quello di mantenere livelli accettabili di glicemia, di prevenire le complicanze e di migliorare la qualità della vita. A causa del senso di stanchezza e di debolezza il paziente diabetico può sentirsi limitato nella vita di tutti i giorni, specialmente se alla patologia si associa un incremento di peso. Cambiando le abitudini alimentari e seguendo una attività fisica costante, il tasso glicemico si riduce, i sintomi scompaiono e il paziente diabetico può reintegrarsi nella vita sociale. 
I consigli alimentari sono molto simili a quelli che potrei dare per l’ipertensione e potrebbero essere compresi in un’unica dizione di “consigli per una corretta alimentazione” ma alcune differenze specifiche ci consigliano di trattare separatamente le due modalità. Anche la terapia fisica è comune e come tale sarà trattata in un’unica soluzione. La terapia farmacologica e la prevenzione esulano dalle finalità della presente trattazione e pertanto non saranno trattate.

  
Consigli per una corretta alimentazione 
per prevenire e curare il DIABETE

Dobbiamo distinguere quelli che sono i consigli alimentari per i soggetti diabetici rispetto a quelli generali per prevenire la malattia diabetica; è su questi che soprattutto ci soffermeremo volendo dare delle norme generali per una corretta alimentazione e non una terapia per ammalati già conclamati, cosa che esula dagli scopi della nostra trattazione.
                Il motivo fondamentale per il quale al giorno d’oggi tante persone ammalano di diabete (tanto da farla definire malattia sociale) deve essere individuato in un non corretto rapporto tra le entrate (alimenti) e le uscite (attività fisica), ma soprattutto da una assunzione di alimenti non più in linea con quelli che per migliaia di anni abbiamo assunto e che hanno contribuito a formare e selezionare il nostro organismo. In tal senso va subito detto che non è tanto (o non solo) la quantità di carboidrati che provoca il diabete, quanto soprattutto la qualità degli stessi. Abbiamo, in altre parole, modificato la nostra alimentazione raffinando sempre più i carboidrati, depauperandoli delle proteine e delle fibre, favorendo quelli che hanno un alto Indice Glicemico (IG). Già, cos’è questo IG?
Indice Glicemico: Il concetto di IG è molto recente (solo 30 anni) e può essere così sintetizzato: se mangiamo un alimento ricco di zuccheri i livelli di glucosio nel sangue aumentano man mano che sono digeriti ed assimilati gli amidi e gli zuccheri in esso contenuti. La velocità con cui avviene questo processo cambia secondo la composizione, la quantità di fibre e gli alimenti già presenti nello stomaco, perché questi rallentano la digestione. L’IG classifica i cibi in base alla velocità con cui provocano l’aumento della glicemia. Si applica solo agli alimenti con elevato contenuto di carboidrati perché le proteine e i grassi non hanno sulla glicemia un effetto immediato.
                L’aumento rapido dei livelli di glicemia nel sangue provoca la secrezione di grandi quantità di insulina. Questa causa un rapido utilizzo del glucosio da parte dei tessuti così che dopo 2-3 ore dal pasto si determina un’ipoglicemia, con conseguente sensazione di fame e malfunzionamento del corpo e del cervello. Se si ingeriscono altri carboidrati per fronteggiare la fame si stimola una nuova secrezione di insulina e si entra in un circolo vizioso. Per chiarire meglio, più riusciamo a mantenere costante l’insulina nella giornata, senza grossi picchi ed improvvise cadute, meno andremo incontro al diabete e, soprattutto, meno ingrasseremo. Infatti il nostro organismo tende ad accumulare il glucosio in eccesso trasformandolo in depositi di grasso. Per gli uomini primitivi, ed ancor oggi per gli animali selvatici, che dovevano affrontare periodi di scarsità di cibo, questo meccanismo garantiva la sopravvivenza: il tessuto adiposo era destinato, infatti, a trasformarsi nuovamente in glucosio. In una società dell’abbondanza come la nostra, invece, le riserve di grasso non sono utilizzate perché l’alimentazione non viene mai ridotta e si produce il sovrappeso.
                Si ritiene che l’IG sia uno strumento utile per stabilire la dieta di un diabetico e/o per prevenire la malattia, ma non è l’unico elemento da tenere in considerazione in quanto va valutato anche il contenuto calorico degli alimenti. Ad esempio la cioccolata e le noccioline hanno un basso IG ma elevato contenuto di grassi e quindi di calorie; le carote hanno un elevato IG ma poche calorie e molte vitamine; le patate al cartoccio hanno un IG più alto dello zucchero. La grandezza dei chicchi di frumento, mais e avena influenza l’IG che aumenta con la maggiore raffinazione dei grani: più il chicco è integro minore è l’IG. Questo è il motivo per il quale dovremmo sempre preferire non alimenti preparati con il contenuto del chicco di grano (ovvero la raffinata farina e ciò che da essa otteniamo ossia pane bianco, pasta, dolci), ma cibi preparati con il grano intero, ovvero integrale, e con tutti gli altri cereali che la natura ci offre: farro, avena, orzo, riso … Per quanto fra poco diremo, sono poi essenziali in una corretta dieta i legumi, perché ricchi di proteine, di fibre e, soprattutto, di grassi vegetali: ricordando il principio, espresso nella introduzione, che il nostro organismo è frutto di millenni di un certo tipo di alimentazione, è facile capire come cereali “interi” e legumi fossero parte integrante e costante della dieta ed ora non ne possono più fare a meno. Per lo stesso motivo anche alcuni semi andrebbero assunti con costanza (ma in questo caso con moderazione per l’alto contenuto calorico) perché elementi imprescindibili nella dieta preistorica. Tra l’altro i grassi vegetali (ricchi come il pesce degli ormai famosi omega 3) hanno anche il ruolo di abbassare il colesterolo cattivo ed esaltare quello buono … e cosa c’è di meglio che vedere ridotto il proprio colesterolo non con talora dannosi farmaci ma con gustosi piatti di fagioli, di ceci, di lenticchie e di obsoleti, ma vi assicuro efficacissimi, lupini!
               Rapporto calorico equilibrato: nei diabetici (o come detto soprattutto per prevenire la malattia) la riduzione del peso è già da sola in grado di ridurre la glicemia. Bisogna quindi limitare l’apporto energetico ed aumentarne il consumo con l’attività fisica. Secondo le direttive del Ministero della Salute il sovrappeso si definisce mediante due parametri fondamentali: l’Indice di Massa Corporea, calcolato dividendo il peso in kg per l’altezza in m2 (si considera oltre la norma quando è >25), e la circonferenza addominale, misurata appena sopra l’ombelico (si considera indice di sovrappeso quando è > 102 cm nell’uomo e > 88 nella donna).
Suddivisione dei pasti: il ritmo dei pasti deve essere adattato alle necessità individuali ed al tasso glicemico. I carboidrati, e quindi gli zuccheri, si devono suddividere nei tre pasti principali ma, rispettando il principio che è bene contenere al massimo le variazioni della glicemia e dell’insulina, è conveniente prevedere degli spuntini tra un pasto e l’altro, portando le assunzioni ad un totale di 5, senza mai dimenticare che l’IG degli alimenti deve essere tale da non modificare l’insulina.
Dieta equilibrata: il cambiamento delle abitudini alimentari deve essere mantenuto per tutta la vita e vissuto come un cambiamento e non come una privazione. Spesso eliminare totalmente alcuni alimenti può essere più pericoloso che concederseli in modo ragionato. Contrariamente a quanto si crede la base per una alimentazione equilibrata, anche nei diabetici oltre che per tutti gli altri che non lo sono, è costituita da cibi ricchi di carboidrati e di fibra (come frutta e verdura), amidi e zuccheri. Questi alimenti devono coprire la metà delle calorie consumate in un giorno. Il resto deve essere costituito da proteine e grassi vegetali. Ma non dimentichiamo che le proteine animali vanno limitate perché incrementano il colesterolo. Sono invece ottime tutte quelle vegetali anche perché questi alimenti possiedono un alto contenuto in grassi vegetali. Altri grassi da preferire per una corretta alimentazione sono quelli provenienti dal pesce, che non dovrebbe mai mancare sulla nostra tavola. Infine tra le carni è buona norma dare la preferenza a carni bianche tipo pollame senza pelle, tacchino e coniglio, e tra i latticini quelli con grassi ridotti, in genere rappresentati da quelli più freschi e di rapido consumo perché ottenuti prevalentemente dal siero del latte.
                Insomma la dieta migliore per prevenire il diabete ma anche per prevenire ipertensione e malattie cardiovascolari, è quella composta da frutta, verdura, cereali, legumi, latticini freschi, pesce, carni magre ed un buon bicchiere di vino … in altre parole la dieta mediterranea classica, avendo solo l’accortezza di sostituire l’eccesso di carboidrati raffinati, tipico della nostra cultura, ovvero il pane bianco e la pasta, con  pane integrale e cereali “interi”.

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